La Porta Alchemica: un mistero nel cuore di Roma

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Nelle vicinanze di quella che oggi a Roma è conosciuta come piazza Vittorio Emanuele, un tempo sorgeva Villa Palombara, la residenza di Massimiliano Savelli Palombara, marchese di Pietraforte. Sebbene non ci siano molte notizie sul suo conto, si sa per certo che era un uomo molto istruito che amava le lettere, specialmente la poesia. Compose versi sia in italiano che in latino, dimostrandosi anche di possedere una singolare capacità di inventare giochi di parole, anagrammi ed enigmi in versi. Coltivò interessi lessicali ed etimologici. Ma la sua più grande passione era l’alchimia. A partire dal 1656 iniziò a frequentare assiduamente la corte romana della regina Cristina di Svezia, anche lei grande appassionata di questa materia. All’interno di Palazzo Riario, la regina aveva fatto allestire un avanzato laboratorio gestito dall’alchimista Pietro Antonio Bandiera. In questo palazzo nacque così un’accademia di cui fecero parte anche alcuni personaggi illustri del Seicento come il medico esoterista Giuseppe Francesco Borri, l’astronomo Giovanni Cassini, l’erudito Athanasius Kircher e l’alchimista Francesco Maria Santinelli, al quale si deve la Lux obnubilata suapte natura refulgens (1666), ovvero il più noto poema alchemico di questo periodo.

Massimiliano fece costruire un laboratorio simile a quello di Cristina di Svezia anche nella sua residenza e il rapporto tra i due è documentato anche dai manoscritti di poesie alchemiche di Palombara posseduti dalla regina e oggi custoditi presso la Biblioteca apostolica Vaticana. La passione del marchese era talmente grande che arrivò addirittura a finanziare alcuni alchimisti, invitandoli a stare nella sua villa. Secondo una leggenda trasmessaci nel 1802 dall’erudito Francesco Girolamo Cancellieri, nella villa venne anche ospitato un pellegrino. Quest’ uomo, identificabile con l’alchimista Francesco Giuseppe Borri, stette nei giardini della villa per un notte intera cercando un’ erba misteriosa capace di trasformare la materia in oro. Il mattino seguente venne visto scomparire attraverso una delle 5 porte della villa. Dietro di sé rimasero solo alcune pagliuzze d’oro, la prova di una riuscita trasmutazione alchemica, e delle misteriose pagine di pergamena piene di enigmi e simboli magici che dovevano presumibilmente contenere il segreto della pietra filosofale. Il marchese decise di far incidere questi simboli sulla porta del suo laboratorio per evitare che andassero perduti e nella speranza che qualcuno, un giorno, sarebbe stato in grado di decifrarli.

Conosciuta anche come Porta Magica, Porta Ermetica o Porta dei Cieli, essa è l’unico resto dell’antica villa Palombara ed considerata come la più alta testimonianza della tradizione magico-alchemica europea. Si dice appunto che conservi il segreto della pietra filosofale e i simboli incisi sugli stipiti e sulla trave superiore possono essere rintracciati tra le illustrazioni dei libri di alchimia e filosofia esoterica che circolavano verso la seconda metà del Seicento. La porta è affiancata da due bizzarre statue che rappresentano Bes, una divinità egizia molto venerata a Roma durante l’età imperiale. Queste due sculture oggi sembrano far da guardiani alla Porta Alchemica, ma vennero aggiunte solamente in seguito, dopo essere state rivenute nei pressi del colle Quirinale, dove sorgeva un tempio dedicato ad altre due famose divinità egiziane: Iside e Serapide. Sebbene si trovi in una zona abbastanza centrale, solo poche persone conoscono la storia di questo misterioso monumento, dove l’enigma della pietra filosofale aspetta solo di essere decifrato.

The Alchemical Door: a mystery in the heart of Rome

In the vicinity of what in Rome today is known as Piazza Vittorio Emanuele, once stood Villa Palombara, the residence of Massimiliano Savelli Palombara, Marquis of Pietraforte. Although only a little is known about him, we know for sure that he was a very erudite man who loved literature, especially poetry. He composed verses both in Italian and Latin, also displaying a remarkable ability to invent wordplay, anagrams and enigmas in verse. He also cultivated lexical and etymological interests, but his greatest passion was alchemy. From 1656 he began to attend the Roman court of Queen Christine of Sweden, who was also a great lover of this subject. Inside Palazzo Riario, the queen had an advanced laboratory run by the alchemist Pietro Antonio Bandiera set up. In this palace an academy was founded, were some of the illustrious figures of the 17th century attended. Among them there were the esoteric doctor Giuseppe Francesco Borri, the astronomer Giovanni Cassini, the erudite Athanasius Kircher and the alchemist Francesco Maria Santinelli, to whom we owe the Lux obnubilata suapte natura refulgens (1666), the most famous alchemic poem of this period.

Maximilian ordered the construction of a laboratory similar to that of Christine of Sweden in his residence and the relationship between the two is also documented by the manuscripts of alchemical poems of Palombara owned by the queen and now kept in the Vatican Apostolic Library. The Marquis’ passion was so great that he even financed some alchemists, inviting them to stay in his villa. According to a legend transmitted to us in 1802 by the erudite Francesco Girolamo Cancellieri, a pilgrim was also housed in the villa. This man, who can be identified with the alchemist Francesco Giuseppe Borri, stayed in the gardens of the villa for a whole night looking for a mysterious herb capable of turning any material into gold. The following morning he was seen disappearing through one of the 5 doors of the villa. Only a few golden straws remained behind him, proof of a successful alchemical transmutation, and some mysterious pages of parchment full of enigmas and magical symbols that were supposed to contain the secret of the philosopher’s stone. The Marquis decided to have these symbols engraved on the door of his laboratory to prevent them from being lost and in the hope that one day someone would be able to decipher them.

Also known as Porta Magica, Porta Ermetica or Porta dei Cieli, this is what remains of the ancient Villa Palombara and is considered to be the highest testimony to the European magic-alchemic tradition. It is said that it keeps the secret of the philosopher’s stone and the symbols engraved on the jambs and on the upper beam can be found among the illustrations of the books of alchemy and esoteric philosophy that circulated in the second half of the 17th century. The door is flanked by two bizarre statues representing Bes, an Egyptian god venerated in Rome during the imperial age. These two sculptures today seem to guard the Alchemical Gate, but they were added only later, after being found near the Quirinal Hill, where there was a temple dedicated to two other famous Egyptian gods: Isis and Serapis. Although it is located in a fairly central area, only a few people know the history of this mysterious monument, where the enigma of the philosopher’s stone is still waiting to be deciphered.

Le fake news: una lotta virtuale

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L’espressione fake news ha radici abbastanza recenti. Si tratta di post, tweet o articoli che riportano notizie non veritiere. I governi e i regimi di tutto il mondo hanno sempre utilizzato i mezzi di comunicazione e l’informazione per fare propaganda o per seminare dissenso tra le folle. Nel XX secolo, la propaganda crebbe notevolmente anche grazie ai nuovi mezzi di comunicazione (radio, televisione, giornali). Un esempio noto a tutti è sicuramente la propaganda portata avanti durante il regime fascista: prima di poter essere diffuse, le notizie venivano controllate, modificate, e poi approvate dal regime stesso. Prima dell’avvento di Internet era molto più costoso diffondere notizie così come era più complicato controllare se effettivamente ciò che venia detto era vero o meno. Oggi, al contrario, praticamente tutti hanno la possibilità di navigare in Rete, cosa che dunque permette potenzialmente a chiunque di creare o mettere in circolazione notizie completamente infondate. Piattaforme come Facebook, Instagram e Twitter hanno alimentato notevolmente questo fenomeno che è ormai diventato una piaga globale.

Ma cosa sono esattamente le fake news? La produzione di disinformazione coinvolge moltissimi governi e autori ignoti che usano metodi sofisticati per nascondere le loro identità e la loro posizione. Secondo un rapporto dell’Oxford Internet Institute, un laboratorio di ricerca associato all’Università di Oxford, sono state organizzate campagne coordinate di disinformazione sui social in ben 48 paesi, 20 in più rispetto ai 28 del 2017. La questione delle fake news è particolarmente complessa perché le fonti possono essere di diversa natura. Spesso la generazione di notizie false parte da utenti isolati che hanno il solo scopo di destabilizzare i contenuti che circolano in Rete, ma quando si è davanti a una campagna di fake news, spesso le artefici sono delle vere e proprie organizzazioni.

Scovare una fake news è tutt’altro che facile: secondo uno studio condotto dall’università di Stanford lo scorso anno, sono pochi gli studenti in grado di discernere i contenuti reperibili online. Alcuni ricercatori hanno elaborato un nuovo algoritmo che sembrerebbe più efficace rispetto a quelli utilizzati fino a oggi. Si tratta di un software in grado di smascherare le notizie false meglio di quanto possa fare un essere umano. Analizzando punteggiatura, vocaboli, struttura grammaticale e complessità dei testi, l’algoritmo riconosce le “spie” linguistiche che caratterizzano le bufale in modo da bloccarle sul nascere, prima che possano generare clic e manipolare l’opinione pubblica. I test condotti fino a questo momento sono incoraggianti: sembra che il software riesca a bloccare le notizie infondate appena compaiono sulla Rete, prima ancora che sia possibile verificarle attraverso controlli incrociati con altri testi. Inoltre lo fa con un’accuratezza che arriva fino al 76%, mentre l’occhio umano solitamente si ferma al 70%.

Stando ai dati, la Russia è la principale produttrice di fake news. Nei documenti inviati al Congresso degli Stati Uniti, Facebook, Twitter e Google hanno svelato che dagli account di un’azienda russa son partiti decine di miglia di post su argomenti come l’omosessualità, la guerra in Siria. La società si chiama Internet Reserach Agency e impiega oltre mille dipendenti investendo 1,1 miliardi di euro all’anno per diffondere falsità soprattutto su temi che riguardano l’Unione europea e che oggi possono spostare il maggior numero di voti: terrorismo, migranti, istituzioni europee, Nato, guerra in Siria e Ucraina… La lotta è appena iniziata e bisognerà attendere per vedere chi la farà franca (per ulteriori informazioni potete cliccare sui link seguenti: telegraph, il fatto quotidiano).

Fake News: a virtual fight

The expression fake news is quite recent in its roots. They are posts, tweets or articles that report untrue news. Governments and regimes all over the world have always used the media and information to make propaganda or to spread dissent among the crowds. In the 20th century, propaganda grew considerably also thanks to the new media (radio, television, newspapers). A well-known example is certainly the propaganda carried out during the fascist regime. Before being published, the news was first checked, modified and then approved by the regime itself. Before the advent of the Internet, it was much more expensive to disseminate news, and it was also more complicated to check whether what was said was true or not. Today, on the contrary, practically everyone has the possibility of surfing the net, which therefore potentially allows anyone to create or put into circulation completely groundless news. Platforms such as Facebook, Instagram and Twitter have greatly fostered this phenomenon, which has now become a global scourge.

But what are exactly fake news? The production of disinformation involves many governments and unknown authors who use sophisticated methods to hide their identities and their positions. According to a report of the Oxford Internet Institute, a research laboratory associated with the University of Oxford, coordinated disinformation campaigns on the social platforms have been organized in 48 countries, 20 more than the 28 of 2017. The issue of fake news is particularly complex because the sources can be of a different nature. The generation of fake news often starts from isolated users with the sole purpose of destabilizing the contents circulating on the Net, but when it comes to a fake news campaign, often the authors are real organizations.

Finding fake news is not an easy task: according to a study conducted by Stanford University last year, few students are able to discern the content available online. Some researchers have developed a new algorithm that seems more effective than those used until now. It’s a software that can unmask false news better than a human being can. By analyzing punctuation, vocabulary, grammatical structure, and text complexity, the algorithm recognizes the linguistic “spies” that characterize fake news so as to block them at their source, before they can generate clicks and manipulate public opinion. The tests conducted so far are encouraging: it seems that the software is able to block fake news as soon as they appear on the Web, even before it is possible to verify them through cross-checks with other texts. It also does so with an accuracy of up to 76%, while the human eye usually stops at 70%.

According to the data, Russia is the main producer of fake news. In the documents sent to the U.S. Congress, Facebook, Twitter and Google have revealed that tenths of thousands of posts on topics such as homosexuality, the war in Syria have started from the accounts of a Russian company. The company is called Internet Reserach Agency and has over one thousand employees and invests €1.1 billion a year to spread falsehoods, especially on issues that affect the European Union and that today can move the largest number of votes: terrorism, migrants, European institutions, NATO, war in Syria and Ukraine … The fight has just begun and we will have to wait to see who will get away with it (for more information you can click on the following links: telegraph, il fatto quotidiano)

La Programmazione neuro linguistica

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Anche conosciuta con l’acronimo PNL, la programmazione neuro linguistica è un modello dei comportamenti e della comunicazione umani e si occupa dello studio delle componenti della percezione e del comportamento che rendono possibili le nostre esperienze. Questo metodo è utilizzato da tutti gli umani per codificare, veicolare e modificare il proprio comportamento o quello degli altri. La PNL fa parte delle neuroscienze ed è nata in California agli inizi degli anni 70. A scoprirla furono il matematico Richard Bandler e il linguista John Gridder che elaborarono un modello utilizzato ancora oggi nei campi più disparati. La programmazione neuro linguistica è stata definita come “l’arte di provocare cambiamenti” ed è una delle tecniche di comunicazione più amate e diffuse nel mondo.

È un insieme di tecniche e modelli per una più efficace definizione dei propri obiettivi, una migliore abilità comunicativa, una maggiore capacità di motivazione e una comprensione più profonda di se stessi e degli altri. Generalmente si definisce come lo studio della struttura dell’esperienza soggettiva, ma i suoi fondatori parlano di “atteggiamento mentale”. La parola programmazione sta a significare che sequenze ordinate di determinati processi neurologici hanno come esito uno specifico comportamento. La parola neuro indica che i processi neurologici sono alla base di qualsiasi comportamento umano e, infine, la parola linguistica sottolinea che i processi vengono tradotti e rappresentati da un codice linguistico.

La PNL è lo studio di come filtriamo le informazioni che provengono dall’ambiente esterno o interno e di come le organizziamo nella nostra mente secondo schemi coerenti e standardizzati di comportamento. Si occupa quindi dello studio dell’impatto che il linguaggio, verbale, paraverbale o non verbale, ha sui nostri comportamenti e, una volta acquisita, questa tecnica permette di imparare a gestire i propri stati d’animo, modificare comportamenti errati e comunicare meglio.

L’idea di poter modificare l’esterno partendo dall’interno è anche alla base del pensiero positivo, che si fonda proprio sullo stesso principio. Il nostro pensiero influenza la realtà in cui viviamo, perciò, agendo sul pensiero, possiamo cambiare la realtà che ci circonda. Imparare le tecniche della PNL permette dunque di apprendere le strategie di pensiero e di utilizzarle in maniera mirata ed efficace per trasformare ogni esperienza della nostra vita in qualcosa di indimenticabile.

Neuro Linguistic Programming

Also known by the acronym NLP, neuro-linguistic programming is a model of human behavior and communication and deals with the study of the components of perception and behavior that make our experiences possible. This method is used by all humans to encode, convey and modify their own behavior or that of others. NLP is part of the neurosciences and was born in California in the early 1970s. It was discovered by the mathematician Richard Bandler and the linguist John Gridder who developed a model that is still used today in the most disparate fields. Neuro-linguistic programming has been defined as “the art of provoking change” and is one of the most beloved and widespread communication techniques in the world.

It is a set of techniques and models for a more effective definition of our goals, better communication skills, greater motivation and a deeper understanding of ourselves and others. It is generally defined as the study of the structure of subjective experience, but its founders speak of “mental attitude”. The word programming means that ordered sequences of certain neurological processes result in a specific behavior. The word neuro indicates that neurological processes are the basis of any human behaviour and, finally, the word linguistic underlines that processes are translated and represented by a linguistic code.

NLP is the study of how we filter information coming from the external or internal environment and how we organize it in our mind according to coherent and standardized patterns of behavior. It therefore deals with the study of the impact that language, verbal, paraverbal or non-verbal, has on our behavior and, once acquired, this technique allows us to learn how to manage our moods, modify wrong behavior and communicate better.

The idea of being able to modify the outside starting from the inside is also the basis of positive thinking, which is based on the same principle. Our thinking influences the reality in which we live, so, by acting on our thinking, we can change the reality that surrounds us. Learning the techniques of NLP allows us to learn the strategies of thought and to use them in a targeted and effective way to transform every experience of our lives into something unforgettable.

La migrazione: mobili da sempre

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La migrazione è un fenomeno che risale a tempi antichissimi. Un tempo molte popolazioni e tribù erano nomadi, ovvero si spostavano continuamente in cerca di nuovi territori in cui vivere. Ciò che li spingeva a “migrare” era il bisogno di trovare un terreno più fertile, pascoli dove poter allevare bestiame, fiumi da cui poter prelevare l’acqua o animali da poter cacciare. Lo spostamento avveniva quindi periodicamente e volontariamente. Col passare del tempo e con le nuove scoperte l’uomo ha imparato ad adattarsi e a sfruttare il territorio a proprio favore. Le popolazioni nomadi sono diminuite sempre di più fino, si potrebbe dire oggi, a scomparire. Ma perché allora la parola “migrazione” è così ricorrente? Oggi questo termine è sulla bocca di tutti: giornali, politici, riviste, telegiornali… A differenza di prima, oggi gli spostamenti sono dovuti a complesse dinamiche geopolitiche e a fattori come guerre o epidemie. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite sulle migrazioni internazionali sono circa 258 milioni le persone che hanno lasciato i loro Paesi di nascita e ora vivono in altre nazioni con un aumento del 49% rispetto al 2000, quando invece erano 173 milioni. Questa cifra dovrebbe aumentare per una serie di motivi, tra cui la crescita demografica, i cambiamenti climatici, gli scambi commerciali e gli squilibri demografici. La migrazione offre immense opportunità e benefici sia per i migranti che per le comunità di accoglienza e le comunità di origine. Tuttavia, se scarsamente regolamentata può creare sfide significative, tra cui la morte di migranti che intraprendono viaggi pericolosi.

Negli ultimi tempi si è parlato molto della distinzione tra migrazione legale, ovvero accompagnata da documenti, e illegale e l’opinione pubblica e i governi di tutto il mondo hanno visioni differenti. Guerre, disastri naturali, mancanza di risorse, malattie e povertà sono tutte ragioni che spingono milioni di persone a spostarsi ogni anno. Secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite, l’UNHCR, sono circa 70 milioni le persone oggi costrette a mettersi in viaggio. Di queste, 40 milioni vivono sfollate nel proprio paese. Ci sono poi più di 27 milioni di rifugiati fuggiti all’estero e 3 milioni di richiedenti asilo. Secondo i dati UNHCR 2018 sono tre i paesi da cui sono fuggite più persone, negli ultimi anni. C’è la migrazione drammatica di quasi la metà della popolazione siriana, con oltre 6 milioni di sfollati e più di 5 milioni di persone fuggite all’estero. Poi ci sono più di 2 milioni e mezzo gli afghani che se ne sono andati dal proprio paese dal 2001 a oggi, e più o meno altrettanti profughi hanno lasciato il Sud Sudan.

Il fenomeno migratorio è estremamente complesso e nel settembre 2016 tutti i 193 stati membri delle Nazioni Unite, compresi gli Stati Uniti che però ora hanno fatto marci indietro, hanno adottato la Dichiarazione di New York per rifugiati e migranti, nella quale si afferma che nessun Paese può gestire da solo la migrazione internazionale. Gli Stati hanno accettato di attuare politiche migratorie concordate e si sono impegnate a condividere più equamente l’onere di ospitare i rifugiati. L’adozione del patto è avvenuta il 10 e l’11 dicembre dello scorso anno.

Migration: always on the move

Migration is a phenomenon that dates back to ancient times. In the past, many people and tribes were nomads, that is, they were constantly moving in search of new territories in which to live. What drove them to “migrate” was the need to find more fertile land, pastures where they could raise livestock, rivers from which they could take water or animals to hunt. The movement therefore took place periodically and voluntarily. Over time and with man has learned to adapt and exploit the land in his favor. Nomadic populations have decreased more and more until, one could say today, their disappearance.So why is the word “migration” so common? Everybody is talking about this today: newspapers, politicians, magazines, news… Unlike before, today the movements are due to complex geopolitical dynamics and factors such as wars or epidemics. According to the UN International Migration Report there are about 258 million people who have left their countries of birth and now live in other nations with an increase of 49% compared to 2000, when instead they were 173 million. This figure is expected to increase for a number of reasons, including population growth, climate change, trade and demographic imbalances. Migration offers immense opportunities and benefits for both migrants and host communities and communities of origin. However, if poorly regulated, it can create significant challenges, including the death of migrants on dangerous journeys.

There has been much debate in recent times about the distinction between legal, i.e. documented, and illegal migration, and public opinion and governments around the world have different views. Wars, natural disasters, lack of resources, disease and poverty are all reasons why millions of people move every year. According to data from the UNHCR, about 70 million people are now forced to travel. Of these, 40 million are displaced in their own countries. There are also more than 27 million refugees who have fled abroad and 3 million asylum seekers. According to UNHCR 2018 data, there are three countries from which more people have fled in recent years. There is the dramatic migration of almost half of the Syrian population, with over 6 million displaced persons and more than 5 million people fleeing abroad. Then there are more than 2.5 million Afghans who have left their country since 2001, and more or less as many refugees have left South Sudan.

The migration phenomenon is extremely complex and in September 2016 all 193 member states of the United Nations, including the United States, which has now moved backwards, adopted the New York Declaration for Refugees and Migrants, which states that no country can handle international migration on its own. States have agreed to implement agreed migration policies and are committed to sharing more equitably the burden of hosting refugees. The pact was adopted on 10 and 11 December last year.